Italia e arte. Questo binomio perfetto si protrae nei secoli, incantando con opere d’arte che ancora oggi sono il vanto del Belpaese. Molti degli artefici di queste meraviglie sono pittori, da Giotto a Piero della Francesca, da Leonardo da Vinci a Modigliani.
Tra i migliori esponenti pittorici di epoca contemporanea nati in Toscana c’è Agostino Cancogni che si è dimostrato un vero maestro nel ritrarre in particolare la sua Versilia, ottenendo apprezzamenti e riconoscimenti in tutto il mondo: molte sue opere sono infatti esposte non solo in Italia ma anche in Germania, in Svizzera, in Inghilterra, in America e in Cina presso il Wuxi Art Museum.
La vita di Agostino Cancogni
Agostino Cancogni è nato in provincia di Lucca, precisamente a Forte dei Marmi, cuore della Versilia che, con le sue eleganti ville e il suo antico pontile che si insinua sul Mar Ligure per 300 metri, rappresenta una delle località più iconiche e romantiche di tutta la Toscana.
Agostino ha frequentato il Liceo Artistico di Carrara e all’età di 19 anni entra nell’Accademia di Scultura, completando gli studi brillantemente e con il massimo dei voti.
Sin da giovanissimo Agostino Cancogni mostra un eccellente talento, maturando un estro creativo versatile e polivalente. Da ragazzo è particolarmente affascinato dal disegno classico e dallo studio dell’anatomia, che viene fuori prepotente in molti dipinti dove la figura femminile è ritratta con maestria nelle sue nudità. Mette alla prova il suo talento per l’arte anche cimentandosi nella realizzazione di sculture, ereditandone la passione dal padre scultore.
La carriera di Agostino Cancogni inizia agli albori degli anni 70, quando mette in mostra le proprie opere in fiere e mostre come quella presso la Galleria Orlando a Forte dei Marmi.
La mostra “Simbiosi”, allestita nel 2015 presso la villa La Versiliana di Marina di Pietrasanta, sita all’interno dell’omonimo parco, rappresenta forse l’apice della sua carriera: i suoi dipinti infatti hanno omaggiato il genio della letteratura di Gabriele D’Annunzio, con il quale condivide l’amore per l’arte e per la Versilia.
Nel corso della sua carriera Agostino Cancogni ha attraversato molte correnti pittoriche, dal surrealismo al naturalismo di ispirazione caravaggesca fino all’interesse per la luce, i colori e le forme.
Il Cancogni nel corso degli anni ha maturato una sorta di realismo che lo ha portato a contemplare la realtà e a custodire le emozioni nel proprio animo, custodendo ogni immagine nella memoria. I suoi quadri rappresentano i suoi ricordi edulcorati dalla memoria che ha in un certo senso filtrato la realtà: osservare le sue nature morte, i suoi fiori e i suoi paesaggi significa guardare il mondo, passato e presente, con i suoi occhi e con una nuova luce.
C’è chi ha paragonato alcune delle sue opere a delle foto: Agostino Cancogni però sottolineato che c’è una differenza tra il fotografare la realtà e ritrarre una rappresentazione della stessa. Ciò comunque dimostra l’accuratezza del modo di dipingere del Cancogni, con pennellate leggere ma decise e la capacità di inserire ogni elemento in modo armonioso.
Le opere di Agostino Cancogni
Ammirare le opere di Agostino Cancogni significa fare il tuffo nella sua infanzia, nel suo animo e nei suoi sentimenti: ogni cosa dipinta non è come nella realtà, ma come il pittore l’ha percepita e interpretata.
A dominare la scena sono certamente i paesaggi del cuore, ovvero le marine della Versilia e le campagne toscane: in molti quadri il primo piano è occupato dalla spiaggia, fatta di granelli assai verosimili sui quali sono adagiate conchiglie candide come nell’opera Versilia, con il mare sullo sfondo smosso da qualche piccola onda. Tele simili ripropongono uno scenario simile ma con un ombrellone chiuso segno di un estate ormai passata, oppure un mucchietto di legnetti adagiati sulla battigia dalla risacca del mare o ancora un singolo pezzo di legno consumato dagli elementi e talmente vicino all’occhio dell’osservatore che pare se ne possa sentire l’odore. In Agave invece il mare quasi non si vede ma si percepisce nell’aria: la protagonista è quella che appare come una duna di sabbia punteggiata di macchia mediterranea e di foglie di agave.
Davvero bello è il dipinto Tramonto in Versilia dove la scena è dominata dal cielo plumbeo, che lascia trasparire qualche spicchio di cielo rosato e il mare, quasi calmo con qualche onda a spezzarne l’immobilità: Madre Natura domina questo quadro, con un solo paletto infilzato solitario nella sabbia a ricordare una parvenza di presenza umana.
Un’altra costante che accomuna alcune opere di Agostino Cancogni è la presenza di uno sgabello in primo piano, con gli strumenti del pittore in bella vista e sullo sfondo una tela che sembra in divenire. In Appunti di un Estate questa scena è una spiaggia dove i chiaro scuri rivelano il perpetrare del moto ondoso, mentre in Paesaggio in Versilia la tela che fa da sfondo allo sgabello è un panorama campestre con tanto di colline e caseggiato tra gli alberi. La campagna toscana torna ancora in Natura Morta nel Paesaggio, con un melone giallo aperto a catturare l’attenzione e a suggerire una caldo pomeriggio estivo.
Agostino Cancogni ha realizzato molte tele raffigurando la natura morta, spesso unendo oggetti di uso quotidiano con elementi floreali: in Composizione ad addolcire il dipinto, fatto di volumi squadrati, c’è una rosa rossa che in La Rosa Gialla assume il colore del sole.
Agostino Cancogni: gli scenari sulla Toscana
Agostino Cancogni dipinge fiori secchi, portoni, oggetti legati alla vita domestica e paesaggi, soprattutto toscani. L’amore del Cancogni per la sua Versilia lo hanno reso uno dei migliori artisti contemporanei nella riproduzione su tela dei paesaggi dell’anima che sin da bambino hanno costituito per il Cancogni una fonte inesauribile d’ispirazione.
Ciò non stupisce se si pensa ai tanti artisti e letterati che sono rimasti incantati da questa terra: da Giosuè Carducci, che scrisse molte rime dedicate alla sua Toscana essendo nativo di Pietrasanta, a Botero che scelse la Versilia per soggiornarvi d’estate e scolpire le sue mastodontiche sculture, fino a Gabriele D’Annunzio. Il Vate d’Italia dedicò ad esempio al Parco della Versiliana la sua famosa ode La Pioggia nel Pineto: come D’Annunzio ha fatto con la penna, così Agostino Cancogni ha usato il pennello per raffigurare la Verislia. Nella mostra “Simbiosi”, tenutasi nella villa La Versiliana nel 2015, il Cancogni ha preso proprio ispirazione dai versi di Gabriele D’Annunzio realizzando una simbiosi perfetta tra il mondo della letteratura e quello della pittura.
Dai dipinti di Agostino Cancogni, pare di poter respirare i profumi e i suoni dei paesaggi toscani, dove l’elemento quasi onnipresente è quel mare che si stende ai piedi delle Alpi Apuane: splendide sono le marine a tratti malinconiche, le mattine e i tramonti che colarano le acque, l’odorosa macchia mediterranea, le canne spezzate dal vento abbandonate assieme a qualche conchiglia sulla battigia e i granelli della sabbia, realizzati con una tale maestria che sembra di poter affondare le mani in quell’elemento naturale.
La Toscana di Agostino Cancogni è certamente reale e vera, ma sempre interpretata dall’artista secondo il proprio animo, in un leggerissimo equilibrio tra paesaggi interiori e paesaggi realistici. Guarda tutte le sue opere d’arte su questa pagina.