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Il diritto d’autore cos’è e come funziona

Nel diritto, si definisce proprietà intellettuale quell’insieme di principi giuridici che tutela le opere dell’ingegno e della creatività umana.

Come ci spiega l’Avv. La Malfa nel sito https://www.registrareunmarchio.it/, il diritto d’autore ha il compito di tutelare le proprietà intellettuali di autori e inventori, conferendo a questi ultimi il monopolio sullo sfruttamento di tali opere.

L’autore può rivendicare la paternità di un’opera, ricavarne un compenso ed è il solo che può modificarne il contenuto, salvo che non si esprima diversamente.

La legge sul diritto d’autore si applica a un’ampia gamma di creazioni intellettuali, tra cui libri, articoli, contenuti di siti web, musica, immagini, fotografie, software e, più in generale, qualsiasi opera frutto di un atto creativo e rappresenta un modo per valorizzare l’intelletto e gli sforzi creativi degli individui.

 

Cos’è il diritto d’autore

Il diritto d’autore è l’insieme delle norme giuridiche che tutela la creatività umana, in tutte le sue forme d’espressione.

In quanto protetto dal diritto d’autore, un creatore è l’unico soggetto che ha la facoltà di sfruttare per finalità commerciali la sua opera. Ma non solo. Al creatore vengono riconosciuti anche altri diritti di tipo morale e patrimoniale.

Il diritto d’autore dà ai creatori degli strumenti legali per proteggersi nei confronti di eventuali sfruttamenti da parte di terzi. In tal senso, è una vera e propria tutela a difesa del duro lavoro e dell’investimento profusi da un soggetto per creare qualcosa di unico e originale, nonché un incoraggiamento e uno stimolo indiretti a produrre opere che possano arricchire e influenzare la società.

In Italia, la tutela dei diritti d’autore in tema di creazioni musicali è gestita dalla SIAE, Società Italiana degli Autori e Editori.

 

Diritti patrimoniali

I diritti patrimoniali stabiliscono che l’autore ha facoltà esclusiva di ricevere un compenso economico dall’utilizzo della sua opera, in qualsiasi forma o modo ritenga opportuno.

Sono validi per tutto l’arco della vita dell’autore e per i 70 anni successivi alla sua morte.

I diritti patrimoniali precisano anche che:

  • Soltanto l’autore può mettere sul mercato la sua opera per la prima volta.
  • L’opera non può essere riprodotta pubblicamente senza l’esplicito consenso dell’autore.
  • Se l’opera viene condivisa con il pubblico, all’autore spetta un guadagno.
  • Non è possibile apportare modifiche all’opera senza il consenso dell’autore.

 

Diritti morali

I diritti morali sono quei principi giuridici che attribuiscono all’autore la paternità di un’opera. I diritti morali tutelano l’immagine, la creatività e la dignità di un creatore, anche qualora questi avesse deciso di cedere i diritti patrimoniali della sua opera, in quanto sono:

 

  • Inalienabili. La paternità di un’opera non può essere trasferita a soggetti terzi.
  • Imprescrittibili. La paternità di un’opera non ha una scadenza, ma vale per sempre, anche dopo la morte dell’autore.

I diritti morali, inoltre, stabiliscono che l’autore è l’unico soggetto che ha facoltà di:

 

  • Pubblicare la sua opera.
  • Ritirare l’opera dal mercato.
  • Modificare il contenuto della sua opera.

 

I diritti connessi

I diritti connessi sono quei diritti che vengono attribuiti a chi attraverso la sua creatività o attività interviene sull’opera stessa.

Quindi, non si tratta dei diritti che spettano all’autore dell’opera, ma di quelli assegnati a soggetti terzi.

Per esempio, i diritti connessi vengono riconosciuti a quei soggetti, come produttori, interpreti o esecutori che, tramite accordi di varia natura, offrono l’opera al pubblico, fungendo in un certo senso da intermediari tra autore e fruitori.

 

La normativa italiana sul diritto d’autore

In Italia, la normativa di riferimento in merito al diritto d’autore fa capo all’articolo 2 della legge 633/41, che stabilisce che l’autore dispone in maniera esclusiva di una sua opera creativa.

La legge del 1941 si rifaceva ai principi di tutela delle opere letterarie e artistiche fissati dalla Convenzione di Berna del 1886.

Da allora, sono state apportate diverse modifiche alla legge originale, anche per venire incontro alle disposizioni UE in materia.

Altri riferimenti giuridici sono presenti all’articolo 2575 del Codice Civile, che individua come oggetto di tutela del diritto d’autore tutte quelle opere creative che appartengono alle arti e alle scienze, qualsiasi siano le forme espressive e i metodi adoperati per veicolarle.

A livello europeo, le ultime disposizioni in materia sono quelle del 2017, anno in cui, tra mille polemiche, è stata approvata la Legge Europea sul Copyright.

Si tratta di una legge pensata per regolamentare l’uso che i colossi del web fanno dei contenuti degli autori.

L’articolo 11 stabilisce infatti che i motori di ricerca e i social network devono corrispondere un compenso agli autori, se ne condividono l’opera sulle piattaforme per motivi commerciali e lucrativi.

 

Diritto d’autore: diversi tipi di licenze

Come abbiamo visto, gli autori possono proteggere le loro creazioni e ricavare dei compensi dal loro utilizzo. Tuttavia, possono percorrere anche strade alternative per diffondere la propria opera, tutelando solo particolari aspetti del proprio lavoro.

Stiamo parlando delle licenze Copyleft e Creative Common. Vediamo di che si tratta.

 

Copyleft

Il copyleft è un fenomeno giuridico molto interessante, nato in seguito al concetto di software libero negli anni ‘80, oggi diffuso in tutti gli altri campi della creatività.

Non è un rifiuto del diritto d’autore, ma un modo alternativo per applicarlo. Letteralmente, il termine si può tradurre con ‘permesso di copia’, che rende bene il concetto.

Il copyleft, infatti, rende ‘libera’ una determinata opera e permette a tutti di usufruirne, ma ad alcune condizioni.

Dal punto di vista giuridico, chiunque può utilizzare, modificare e riprodurre un’opera in licenza copyleft, senza incorrere in spiacevoli conseguenze legali. È un modello adottato soprattutto dai creatori di software aperti o più in generale da chi miri a diffondere la propria opera presso un pubblico il più ampio possibile.

 

Creative commons

Le licenze Creative Commons vengono utilizzate dagli autori per tutelare soltanto particolari aspetti della loro opera, lasciandone altri liberi. Si contraddistinguono per la dicitura “alcuni diritti riservati”.

Le Creative Commons consentono agli autori di tutelare le opere con un certo grado di elasticità. Hanno quattro tipi di attributi diversi, di cui gli autori possono usufruire integralmente o solo in parte, a loro discrezione:

 

  • Attribuzione: l’autore stabilisce che la sua opera può essere riprodotta da terzi anche per scopi di lucro, a patto che gli si riconosca la paternità dell’opera.
  • Non opere derivate: l’autore autorizza la riproduzione di un’opera, ma non ne consente la modifica.
  • Non commerciale: l’autore vieta la riproduzione per scopi commerciali.
  • Condividi allo stesso modo: l’opera deve essere condivisa con la licenza originaria.

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