Per secoli, le case della classe media sono state divise rigidamente in ambienti ben separati e funzionali: tipicamente, erano composte da cucina, salotto, camere da letto, sala da pranzo, bagno. Questa netta divisione rispondeva ad una precisa esigenza sociale: l’emergente classe borghese sentiva infatti la necessità di possedere case strutturalmente e funzionalmente diverse da quelle della classe povera. All’epoca, i proletari vivevano in case piccole e prive di una separazione ben definita degli spazi. Possedere un’abitazione in cui ogni stanza aveva una propria connotazione caratteristica, proprio come nelle case aristocratiche, era percepito dalla borghesia come un segno distintivo di cui andare fieri.
Fino agli anni ‘70 del secolo scorso, la concezione borghese dell’abitazione ha retto, anche perché il modo di vivere la propria abitazione era nettamente diverso da quello attuale. La cucina era un ambiente di servizio, che doveva restare il più possibile nascosto (soprattutto agli occhi dei visitatori); il salotto e la sala da pranzo, invece, erano luoghi in cui la famiglia si ritrovava nelle occasioni importanti e in cui si accoglievano gli ospiti. Dovevano quindi, avere un aspetto più austero ed elegante rispetto al resto dell’abitazione.
A partire dagli anni ‘80 i gusti hanno iniziato a mutare, e con essi anche il modo di vivere la casa. Oggi, per chi desidera una soggiorno moderno non c’è soluzione più trendy dell’open space: uno ampio spazio ed arioso che unifica tutte le stanze della zona giorno e che viene vissuto quotidianamente da tutta la famiglia. Nella concezione moderna di casa, la cucina non è più uno spazio da nascondere; al contrario, le moderne soluzioni di arredamento, unite all’utilizzo di materiali innovativi ed esteticamente gradevoli, hanno fatto di questa stanza un ambiente da mostrare ed in grado di impreziosire la propria abitazione. Sparita la concezione del salotto e della sala da pranzo da utilizzare solo nelle belle occasioni, oggi la famiglia si riunisce ad ogni pasto attorno al “tavolo buono” e trascorre gran parte delle ore diurne nell’open space, che si configura come un ambiente multifunzionale e alla mano.
Data l’enorme importanza rivestita da questo ambiente nel complesso della casa, non stupisce che per arredarlo correttamente occorra una particolare cura e attenzione ai dettagli. Scopriamo insieme come valorizzare al meglio in nostro open space e quali errori dobbiamo evitare di fare nella sua progettazione.
Come arredare al meglio un open space?
Per ottenere il meglio dal nostro open space, è fondamentale che avere sin dall’inizio un’idea piuttosto dettagliata del risultato finale che ci aspettiamo di ottenere. L’errore più grande che si può fare nell’arredare questi ambienti, infatti, è quello di arredare per step, aggiungendo progressivamente mobilio senza aver preventivamente pensato ogni aspetto dell’architettura e dell’arredamento nel minimo particolare.
In realtà, la progettazione dell’arredamento di un open space si deve sempre accompagnare con una progettazione di tipo architettonico: in altre parole, prima di iniziare a pensare a mobili, tavoli e divani, è necessario avere un quadro molto chiaro di quali sono gli elementi strutturali della casa. A differenza delle singole stanze, gli open space sono ambienti ampi, e con ogni probabilità al loro interno ci saranno alcuni elementi che non possono in nessun modo essere toccati.
Muri portanti e pilastri preesistenti non possono essere spostati o eliminati a piacimento: è necessario accettarne l’esistenza e trovare il modo di integrarli nell’arredamento, nel modo più armonico possibile. Il problema strutturale si pone, seppure in maniera più sfumate, anche nelle abitazioni di nuova costruzione: sebbene in questo caso non vi siano architetture preesistenti, è anche vero che non è possibile progettare spazi estremamente ampi completamente sgombri: qualche colonna e elemento strutturale da inglobare nell’arredamento, quindi, ci sarà sempre. Non è detto, tuttavia, che questi elementi debbano per forza essere camuffati: in un buon progetto, sarà possibile non solo lasciarli a vista, ma valorizzarli e renderli un tratto distintivo.
Per arredare un open space in maniera coerente, quindi, occorre ragionare contemporaneamente sugli aspetti architettonici e su quelli mobiliari. Il percorso progettuale deve iniziare con l’attenta ponderazione di taluni aspetti, andando a risolvere a monte eventuali problemi strutturali come cedimenti o crepe nei muri portanti che potrebbero essere pericolosi.
Innanzitutto, bisogna chiedersi quali funzioni si vorranno attribuire all’open space: luogo di passaggio, zona di svago, postazione di lavoro, ecc. Inoltre, occorrerà ipotizzare una suddivisione dello spazio in aree funzionali diverse: open space, infatti, è sinonimo di assenza di muri, ma non di totale mancanza di definizione spaziale dei luoghi in cui svolgere le varie attività domestiche. Infine, occorrerà decidere come dislocare le varie zone funzionali all’interno dell’open space: da questo dipenderà infatti il posizionamento dei mobili, utilizzati – al posto delle pareti – per definire gli ambienti.
Una volta definiti questi aspetti è consigliabile rivolgersi ad uno o più tecnici esperti (ingegneri, architetti, arredatori), che sappiano rielaborare le aspettative del cliente e suggerire soluzioni più funzionali od economiche per raggiungere i medesimi risultati. Sicuramente, in questa fase sarà necessario basarsi non tanto sulle descrizioni verbali, ma su rappresentazioni grafiche: sulla base degli schemi progettuali o di una planimetria ottenuta mediante un rigoroso rilievo, un buon arredatore sarà in grado di elaborare diverse soluzioni d’arredo, piazzando i mobili in modo tale da definire gli spazi secondo la concezione più coerente alle aspettative del cliente.
Come abbiamo visto, l’arredamento di un open space è una sorta di grande piano integrato: ogni elemento dell’ambiente deve coniugarsi alla perfezione con tutto ciò che gli sta attorno, per evitare di risultare un gran guazzabuglio. In linea di principio, per arredare un soggiorno moderno si parte sempre dalla definizione degli elementi d’arredo più ingombranti. Se l’open space include anche una cucina a vista, ovviamente il primo elemento a cui trovare una posizione sarà quest’ultima: è infatti fondamentale definire fin da subito con precisione le posizioni degli attacchi idrici e del gas. Si passerà poi al divano e al mobile TV, cercando di trovare per questi due elementi una collocazione sensata nello spazio a disposizione.
Una volta definita la posizione di questi arredi, si passerà a studiare dove piazzare il mobilio più fine (tavolo da pranzo, poltrone, armadi e librerie). In ogni caso, gli open space devono essere ambienti aperti e leggeri: questa soluzione abitativa, infatti, viene spesso adottata in case in cui le stanze sono molto piccole. Anziché avere una cucina minuscola e un soggiorno soffocante, si preferisce abbattere i muri divisori, semplificare l’ambiente e ottenere un unico locale, più arioso. Ovviamente, non ha senso scegliere un arredamento sovrabbondante o pesante per una stanza di questo tipo: un mobilio leggero sia nel numero di pezzi che nella linea è l’ideale per evitare che l’ambiente trasmetta un senso di claustrofobia.
Un altro aspetto fondamentale da considerare nel progettare un open space è che l’ambiente deve adattarsi al proprio stile di vita, e non viceversa. L’arredamento di un soggiorno moderno, infatti, non deve basarsi solo su mere considerazioni stilistiche, ma sono anche -e soprattutto – su scelte funzionali. Un open space che ci costringa a cambiare il nostro modo di comportarci, è destinato a diventare uno spazio inutilizzato. Se non siamo assidui telespettatori, ad esempio, non ha senso piazzare un enorme divano ad isola in mezzo alla stanza, soprattutto se questo significa dover rinunciare alla postazione di smart working che ci è indispensabile per la nostra attività lavorativa. Bando quindi alle soluzioni glamour ma poco funzionali: l’open space è uno spazio da vivere, e va progettato tenendo ben a mente le esigenze attuali e future della famiglia.
I segreti per valorizzare al meglio un open space
Ora che conosciamo i principi da seguire per arredare un open space perfetto, passiamo a vedere alcuni esempi pratici che ci permetteranno di ottenere il massimo dal nostro salotto moderno. Come abbiamo già visto, un open space non è uno stanzone in cui affastellare, più o meno a caso, mobili di recupero e soprammobili di varia provenienza. Il primo, fondamentale segreto per rendere piacevole la nostra zona living è la coerenza: nello stile del mobilio e delle finiture architettoniche, ma anche in quello dei soprammobili e delle suppellettili.
Ogni elemento del nostro open space deve inserirsi armoniosamente nell’insieme: evitiamo quindi di piazzare un candeliere di ottone con decorazioni baroccheggianti a torreggiare su un mobile a parete dalle linee essenziali. Allo stesso modo, quando aggiungiamo elementi d’arredo dobbiamo evitare di andare “fuori tema” aggiungendo oggetti che non c’entrano nulla con il contesto.
Se il nostro open space è piccolo, la coerenza va mantenuta anche nella scelta dei mobili: ad esempio, potremmo orientarci verso arredi di fornitori che producono cucine e salotti coordinati. Se invece l’open space è molto grane, meglio evitare di scegliere mobili tutti uguali: ne risulterebbe una pesantissima monotonia, poco gradevole all’occhio.
Un altro piccolo segreto per ottenere un open space perfetto, come abbiamo già accennato, è giocare con la posizione dei mobili, per farli diventare i surrogati dei muri: piazzando opportunamente il divano, una libreria o un armadio bifacciale, ad esempio, potremo delimitare i vari spazi funzionali dell’open space. Questo approccio è particolarmente importante nei contesti in cui il salotto è unito all’ingresso: in queste situazioni, infatti, è importanti scegliere elementi verticali che permettano di separare chiaramente i due ambienti.
Infine, un occhio di riguardo va riservato anche ai dettagli: anche le suppellettili e le tappezzerie, infatti, devono essere coerenti con il contesto generale. Abbiamo detto che l’open space non deve essere affollato, ma senz’altro non deve nemmeno essere spoglio: è quindi importante scegliere soprammobili ed elementi decorativi che si integrino alla perfezione con il mobilio. Se sei a corto di idee su come abbellire il tuo open space senza snaturarlo, prova ad utilizzare un tappeto di design.
Questo complemento d’arredo, lungi dall’essere demodè, è in grado di donare a qualsiasi ambiente un tocco di stile e di carattere. L’importante, come sempre, è scegliere un tappeto che si integri bene nel contesto: operazione tutto sommato non troppo impegnativa, se si considera la varietà di tessuti, forme e decorazioni disponibili sul mercato.
Come scegliere i colori per un open space?
Alcune ultime considerazioni importanti riguardano i colori del nostro salotto moderno. Abbiamo già ripetuto che, nell’open space perfetto, la coerenza è tutto. Questo vale anche per i colori: sia il pavimento che le pareti devono essere uniformi.
Per i muri, via libera ai colori chiari e tenui, che ampliano ulteriormente l’ambiente; tuttalpiù è possibile tinteggiare una singola parete di un colore diverso, più acceso, per dare movimento all’insieme. Molto utile, per dare carattere all’ambiente, è anche l’uso sapiente dell’illuminazione: un punto luce piazzato in un punto strategico può permetterci di illuminare un’area buia dell’open space, o di valorizzare un mobile di particolare pregio.
Anche in caso di open space di grandi dimensioni, in cui è consigliato un arredamento non troppo omogeneo, è sempre meglio mantenere una certa uniformità nel colore dei mobili. Per garantire omogeneità cromatica, è utile essere coerenti nella scelta dei materiali di cui sono composti mobili e soprammobili.
Nel 2022 il trend nell’arredamento è l’utilizzo dei materiali riciclati e a basso impatto ambientale: legno, pietra e vetro sono le materie più gettonate sul mercato dell’arredamento e della decorazione; rispettano l’ambiente, e rappresentano un ottimo trait d’union per dare al nostro open space un aspetto rustico e raffinato.