Marco Angiolini è il fondatore di Sitoper.it, uno dei site builder italiano più utilizzato per la realizzazione di e-commerce per start-up specializzato nel far crescere i brand commerciali.
Angiolini, da sempre, crede che l’esplosione dei prodotti e la scelta apparentemente illimitata dei consumatori porti, inevitabilmente, a porsi tutta una serie di domande, prima tra tutte ciò che i brand devono fare in più, rispetto alla concorrenza, rispetto al vendere semplicemente beni e servizi.
Per aiutare i nostri lettori a centrare al meglio il focus di questo articolo bisogna partire dal considerare nella miglior ottica i venditori di terze parti di Amazon.
In un report dettagliato di Marketplace Pulse che fa riferito a metà settembre, si registra che Amazon ha 1,5 milioni di venditori di terze parti attivi, dei quali 470.000 si sono uniti al mercato solo nel 2021. Inoltre, mentre scriviamo questo articolo Shopify registra oltre 1,7 milioni di commercianti sulla sua piattaforma che a vario titolo hanno utilizzato il cms interno per creare il proprio e-commerce.
“Sono finiti i tempi in cui entravi in un negozio e avevi tre cose davanti a te… oggi la scelta è illimitata”, ci dice Angiolini, ed è per questo che la sua piattaforma per la creazione di ecommerce ad oggi conta oltre 10.000 siti web pubblicati in internet.
La scelta illimitata per chi vuole fare shopping online inevitabilmente costringe, oggi più che mai, qualsiasi brand (grande o piccolo) a trovare un modo del tutto personale per vincere la concorrenza nel medio e lungo termine.
Un brand ha un primo obiettivo da raggiungere nel minor tempo possibile: deve sviluppare relazioni (retargeting) con i suoi clienti e fare appello a loro in modo che rimangano fedeli nel tempo (remarketing).
Ecco l’importanza del marketing online e offline soprattutto nelle Start Up.
Come creare una Brand of Choice per un ecommerce
Con così tante opzioni, con così tanti negozi online un marchio deve distinguersi e differenziarsi dai diretti concorrenti.
I brand di ecommerce devono creare articoli che non siano “solo un prodotto preferito, ma un prodotto di scelta, un prodotto che viene acquistato perché ci si fida del venditore” e questo processo possono realizzarlo con facilità grazie al digital marketing.
“C’è una differenza tra preferenza e scelta. La scelta è quando si pensa a un prodotto, si pensa a un nome, e non si prende nemmeno in considerazione qualcun altro”, ci spiega Angiolini, aggiungendo: “Ci sono persone che sono accaniti utenti Apple che non considerano nemmeno Android. Non direbbero mai: ‘Preferisco Apple ad Android’. Diranno certamente: ‘Sono solo un utente Apple’. Lo stesso vale per Android. È un marchio di scelta ossia un brand of choice”.
“Il brand è qualcosa che crea scelta, che crea fedeltà, che continua ad attrarre i clienti, ma soprattutto ha una base di clienti che torna più e più volte”, ripete sempre l’amministratore di SitoPer.it in risposta alla classica domanda che i suoi clienti gli rivolgono costantemente, ossia su cosa rende un marchio un brandi di successo.
Lead qualificati sì, specchi per le allodole no.
I brand, soprattutto quando si parla di start up non devono iniziare con un enorme seguito. Né un’azienda deve essere riconoscibile come Apple per essere un brand di scelta. Al contrario, lo scopo di un marchio è quello di vendere ai clienti nel lungo termine, indipendentemente dal prodotto.
Sempre più spesso i guru americani ripetono: “Great brands are magnets, not mirrors” ossia i grandi brand sono magneti, non specchi per le allodole.
Per molto tempo il branding era tutto incentrato sul come posso mettere in relazione un determinato prodotto con un determinato gruppo di clienti e farlo sembrare come… io sono qualcuno che ti assomiglia. Oggi possiamo affermare senza ombra di essere smentiti che erano solo specchi per le allodole che comportavano grossi investimenti per ottenere una minima resa.
In contrasto con questo specchio, un brand magnetico, se volete, attrae i clienti a causa del suo valore intrinseco che è il risultato di uno scopo chiaro. Un marchio di questo tipo si rivolge ai bisogni dei clienti e va oltre le caratteristiche dei prodotti che vende.
“È più che transazionale”, ci dice Angiolini, “ma riguarda uno scopo di ordine superiore. Questo è il motivo per cui si vedono così tanti brand guidati dalla mission aziendale che stanno facendo meglio dei prodotti che vengono venduti”.
Libri da leggere sul ecommerce branding e consigli utili
I commenti di Angiolini sul come fare al meglio ecommerce branding sono simili alle strutture di business presenti in molti libri di settore, a partire dal concetto di riccio (Hedgehog Concept) di Jim Collins tratto dal dal libro “Good to Great”, l’analisi della situazione nel modello SOSTAC di Paul R. Smith o la struttura “Jobs to be Done” per l’innovazione del prodotto.
Ognuno di questi libri include il desiderio di identificare lo scopo di un’azienda rispetto alla sua offerta di prodotti e/o servizi ma se preferisci approfondire l’argomento su come fare branding per ecommerce nel marcato italiano visita il sito ufficiale e leggi tutti gli articoli scritti da Marco Angiolini nel blog https://www.sitoper.it.