Vivere sulla Terra, beneficiando di tutto ciò che essa ci dona, implica la conoscenza di alcune regole per controllare il nostro impatto sul pianeta.

Dall’aria che respiriamo al nutrimento, fino alle materie prime di cui abbiamo bisogno ogni giorno, tutto questo si può calcolare attraverso l’impronta ecologica.

Se si cerca la definizione di impronta ecologica su wikipedia scopriamo che il calcolo dell’impronta ecologica si riferisce alla quantità di beni consumati da ciascuno (come cibo, acqua, elettricità) con la corrispondente emissione di CO2.

Ma quando è stato introdotto il concetto di impronta ecologica e da chi?

Il concetto di impronta ecologica

Già 25 anni fa l’ambientalista Mathis Wackernagel, insieme a William Rees, parlò di Impronta Ecologica nel libro “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on The Earth” edito nel 1996.

Avete mai sentito parlare di Earth Overshoot Day?

Si tratta del giorno in cui l’umanità ha consumato le risorse che gli ecosistemi del pianeta possono rinnovare nel corso di un anno intero.

Nel 2020 il giorno è stato il 22 agosto, ma negli ultimi 15 anni il giorno cadeva anche a luglio o addirittura prima.

Può sembrare strano parlare di consumo di risorse prima della fine dell’anno solare, e infatti vi starete chiedendo:

“Ma come fanno a finire se continuiamo a consumarne anche dopo quella data? “

Il concetto dietro il libro di Wackernagel e Rees è proprio basato sul consumo di risorse naturali da parte dell’umanità, rispetto alla facoltà della Terra di rigenerarle.

Infatti quando si parla di sostenibilità, si intende una consapevolezza ambientale rispetto ai prodotti che si usano, consumano, sprecano e infine buttano.

Si intende un consumo ponderato di risorse come acqua potabile, luce, gas, ma anche di emissioni attraverso i mezzi scelti per muoversi.

La sostenibilità va ricercata nel modo in cui un determinato prodotto viene progettato e assemblato, nelle materie prime che servono a produrlo (dalla quantità di terra e acqua che vengono consumate durante la sua produzione al tipo di lavorazione che il materiale subisce) fino al tragitto che compie per giungere a noi.

Ma allora è possibile essere sostenibili al 100% in tutte le scelte quotidiane che si compiono o è un’utopia inattuabile?

 Impronta ecologica e stili di vita

Esistono alcuni stili di vita che aiutano a diminuire la propria impronta ecologica e che al giorno d’oggi sono anche diventati di moda.

Una moda sostenibile, si intende.

Dal minimalismo alle correnti eco-friendly e zero-waste, è possibile rientrare in alcuni modi di pensare e agire che sposano l’attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità.

In che modo fattivamente?

  1. Ridurre l’acquisto di prodotti nuovi che determinano un consumo continuo di risorse e materie prime che non sono infinite.
  2. Acquistare abiti di seconda mano
  3. Scegliere materiali ecosostenibili che impattino il meno possibile sull’ambiente
  4. Acquistare prodotti sfusi senza imballaggi, specialmente in plastica
  5. Utilizzare prodotti naturali per la pulizia, anche autoprodotti
  6. Preferire il treno all’aereo, i mezzi pubblici all’auto, la bicicletta ai mezzi pubblici (o andare a piedi che sarebbe ancora meglio, ove possibile)
  7. Diminuire il consumo di carni e derivati animali che impattano sulla salute del pianeta e sulla nostra
  8. Scegliere cibi a basso impatto ambientale (a km 0 o coltivati con metodi sostenibili)
  9. Scegliere fonti d’energia rinnovabili come quella solare o eolica

La lista è lunga ma l’impronta ecologica degli alimenti che consumiamo, dei mezzi che scegliamo, dei prodotti per la pulizia che usiamo (per evitare quelli a base chimica si può optare per ingredienti naturali come limone, bicarbonato o aceto, tra le cui infinite proprietà c’è anche quella di aiutare a dimagrire, ne abbiamo parlato QUI) è da considerare giornalmente.

Controllando queste scelte e azioni quotidiane, ciascuno di noi può sicuramente fare la differenza, con consapevolezza e impegno verso ciò che di più importante abbiamo: la salute dell’ecosistema che ci accoglie.

Info utili su come attuare queste scelte e quali alternative ecologiche preferire si possono trovare sul blog https://prodottiecologici.net che approfondisce proprio questi argomenti.

Ma come si calcola la propria impronta ecologica?

Come calcolare l’impronta ecologica

Con il test sul sito del WWF, la più grande associazione per la difesa degli ecosistemi naturali e delle specie in pericolo di estinzione, è possibile calcolare la nostra impronta ecologica attraverso alcune semplici domande come il tipo di alimenti che si consumano, come si riscalda la propria casa, quante volte si è preso l’aereo negli ultimi 5 anni, etc.

Ad ogni risposta viene calcolata la quantità di CO2 corrispondente e alla fine il test svela quanti pianeti servirebbero se tutta la popolazione mondiale adottasse lo stesso stile di vita che viene delineato dalle risposte selezionate.

In conclusione tutti possiamo aiutare il pianeta ad autorigenerarsi con i giusti tempi, abbassando la nostra impronta ecologica per evitare di depredarlo fino all’esaurimento delle sue preziose risorse.

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